BENESSERE PSICOLOGICO
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce che per poterci definire “in salute” non basta l’assenza di malattie: serve poter conseguire uno stato di benessere complessivo della persona, tenendo conto della specificità del contesto sociale ed ecologico entro cui è inserita. Ecco dunque che la psicologia deve occuparsi, oltre che del trattamento del disagio, anche della promozione del benessere delle persone.
Ma cosa si intende con “benessere”?
A un primo livello, possiamo considerare la percezione soggettiva della Qualità di Vita, ossia la valutazione che gli individui fanno rispetto alla loro salute fisica, allo stato, alla sensazione di indipendenza e autonomia nella vita quotidiana, alla qualità delle relazioni sociali, alle risorse economiche e sociali del territorio in cui vivono e, eventualmente, anche rispetto al loro al benessere spirituale. Oggi molte ricerche sull’efficacia dei trattamenti medici includono valutazioni sulla qualità di vita fra le misure di outcome clinico.
Gli studiosi hanno poi approfondito le varie dimensioni del benessere psicologico, distinguendo fra:
Benessere EDONICO
Riguarda tutte le esperienze piacevoli che derivano dall’appagamento dei bisogni fisici, intellettuali e sociali, come mangiare un cibo prelibato, dormire bene, sentire la piacevole energia che deriva dal praticare sport, divertirsi con gli amici, etc.
Benessere EUDAIMONICO
Si riferisce al senso di autorealizzazione, di esprimere le potenzialità personali e raggiungere gli scopi di vita per noi rilevanti.
Il termine si ispira alla concezione aristotelica della felicità come perseguimento del proprio eu-daimon (la “buona coscienza”). Richiede un certo grado di sforzo e di impegno per raggiungerlo; questo a volte implica sospendere o ridurre, almeno per un po’, lo stato di piacevolezza edonica, al fine di perseguire la crescita personale, come quando ci si sforza sui libri o nell’esercizio per allenare nuove competenze.
La dimensione del benessere eudaimonico è molto importante per il raggiungimento di un funzionamento umano ottimale e ci aiuta a capire più da vicino perché salute e malattie non sono due opposti, ma dimensioni che a volte coesistono fra di loro. Secondo Carol Ryff vi sono persone che, pur non manifestando segni di psicopatologia conclamata, vivono sensazioni sgradevoli come mancanza di interessi, speranze e scopi di vita, senso di vuoto esistenziale, una condizione definita “languishing”. Quando invece ci si sente nel pieno sviluppo delle proprie facoltà, ci si trova nello stato del “flowerishing”. Anche persone anziane, malate, o sofferenti per qualsiasi motivo, possono sentire che la loro vita ha comunque valore, dignità e direzione, che possono coltivare le loro competenze, continuare a crescere, a sentirsi connessi profondamente ad altre persone e a coltivare nuovi rapporti umanamente nutrienti.
LANGUISHING
FLOURISHING
Se da un lato è importante aiutare le persone a gestire i loro sintomi, riducendo le aree di sofferenza, dall’altro è ugualmente fondamentale sostenerle nella capacità di coltivare risorse interne positive, che le sostengano ad espandere le loro potenzialità e a dotare di significato le loro esistenze. Una dimensione, questa, davvero preziosa proprio nei momenti di maggiore vulnerabilità. Ed insieme a tutto ciò, è fortemente raccomandato che nella vita quotidiana vi siano sempre degli spazi dedicati al piacere, al trarre energie positive, gratificanti, anche nelle piccole gioie quotidiane. Talvolta ci si perde nelle preoccupazioni, dimenticando di coltivare anche le altre parti della propria esistenza che, come pianticelle, richiedono acqua e cure costanti per continuare a prosperare e far scorrere anche nelle nostre vene la linfa vitale.
Riferimenti bibliografici:
Ricci Bitti, P. E., & Gremigni, P. (2013). Psicologia della salute. Modelli teorici e contesti applicativi. Roma: Carocci.
Ryff C.D., Singer B. (1998). The contours of positive human health. Psychological Inquiry, 9 (1), 1-28
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Waterman, A. S. (1993). Two conceptions of happiness: Contrasts of personal expressiveness (eudaimonia) and hedonic enjoyment. Journal of personality and social psychology, 64(4), 678.
Zani, B., & Cigognani, E. (1999). Le vie del benessere. Eventi di vita e strategie di coping. Roma: Carocci.