L’adolescenza è un periodo che racchiude opportunità, cambiamenti, trasformazioni, ma anche inquietudini, timori, sensi di colpa, voglia di scoprire il mondo, il proprio corpo, esplorare l’altro sesso. Insomma un laboratorio dove non c’è niente di scontato, ma bisogna raggiungere ogni giorno dei piccoli risultati, per potere andare avanti.
Adolescenza come impresa evolutiva congiunta
L’adolescenza è quella fase del ciclo di vita di una persona in cui si acquisiscono le competenze e i requisiti per assumere le responsabilità di adulto. In termini psicologici rappresenta un momento fondamentale di realizzazione dei propri compiti evolutivi.
Inoltre l’adolescenza di un figlio ha un forte impatto sul sistema familiare, tanto è vero che oggi parliamo di impresa evolutiva congiunta, per sottolineare che l’adolescenza non riguarda solo il figlio, bensì tutto il sistema familiare e promuove in esso un profondo cambiamento.
Tradizionalmente l’adolescenza è stata spesso in modo convenzionale delimitata tra gli 11 e i 18 anni, ma negli ultimi tempi, anche grazie all’apporto delle nuove ricerche e scoperte neurologiche, è stata estesa fino ai 25 anni. Questo perché non si parla più soltanto di risveglio ormonale, ma anche e soprattutto di rimodellamento e sviluppo di circuiti neuronali che hanno bisogno di tempi e riassetti prolungati. I cambiamenti che ne conseguono, non sono solo di tipo fisico, ma anche e soprattutto, di ordine psicologico e relazionale.
Se uno dei compiti centrali e più complessi dell’adolescenza è il progressivo svincolo dalla famiglia, questo avviene non senza conflitti con i propri genitori, rimettendo in discussione i ruoli di potere e autorità, che andranno gradualmente rinegoziati.
Sono due le parole chiave che descrivono bene il processo di crescita adolescenziale. Sono: separazione e individuazione. Essi non avvengono in modo lineare e sequenziale, ma in modo lento e progressivo.
Potremmo aggiungerne una terza: emancipazione. Si tratta dunque di arrivare ad essere una persona matura; del resto il termine adolescere indica la fase di sviluppo che si conclude proprio con lo stato di adultus.
Si può quindi capire come i compiti che i genitori si trovano a gestire con i loro ragazzi non siano così facili: da una parte, sostenere questi movimenti di emancipazione, dall’altra non privare l’adolescente del proprio sostegno. I genitori che si rivolgono ad uno psicologo, spesso riportano la domanda di essere supportati e indirizzati per svolgere più efficacemente il loro ruolo. Sovente assistiamo in questa fase ad un progressivo e insidioso cambiamento proprio all’interno della coppia genitoriale che può portare ad incomprensioni e rotture a volte anche molto profonde.
Gli amici coetanei dell’adolescente: il gruppo dei pari.
Il gruppo dei pari è un altro elemento importante per la crescita dei nostri ragazzi. Esso infatti rappresenta un ambito, potremmo dire meglio un luogo mentale, dove si sviluppano un insieme di relazioni importanti che emotivamente vengono vissute per acquisire abilità sociali, affettive, cognitive. Ma l’importanza del gruppo va oltre: favorisce la costruzione e le manifestazioni di identità, personalità e ruolo sociale. I loro coetanei infatti, rappresentano per i nostri ragazzi il più importante oggetto di confronto sociale nella costruzione dell’identità dell’adolescente e in prospettiva del futuro adulto.
Ma il gruppo esercita anche una notevole influenza su comportamenti come il consumo di alcol,tabacco e purtroppo a volte anche sostanze psicotrope, oltre che l’impegno scolastico e le scelte relative al futuro, come per esempio la scelta di una scuola piuttosto che un’altra.
La scuola: un ponte tra famiglia e società
La scuola è come un ponte tra la famiglia e la società. Essa rappresenta sia un luogo di apprendimento, sia un contesto dove sperimentare e valorizzare se stessi. Nella richiesta di verifica delle cose apprese, la scuola tramite gli insegnanti con cui l’adolescente viene in contatto, si pone come elemento terzo dove viene richiesto un impegno ed una costante presenza oltre che fisica, mentale. È d’altra parte risaputo che l’istruzione scolastica sviluppa le capacità di pensiero dell’adolescente che passa da una modalità concreta (più tipica dell’età infantile), ancorata alla realtà contingente, a una modalità cosiddetta formale con caratteristiche più astratte e ipotetico-deduttive.
La scuola infine diventa un ulteriore banco di prova e di verifica di ‘tenuta” rispetto per esempio a come l’adolescente reagisca agli insuccessi che possono essere vissuti come fallimenti, soprattutto se la famiglia attribuisce un particolare valore ai risultati scolastici dei propri figli. In queste situazioni vengono alla luce non solo le difficoltà oggettive e soggettive del figlio, ma anche elementi proiettivi dei genitori che fanno fatica a distaccarsi dall’immagine spesso idealizzata e lontana dalla realtà di quello che è realmente.
Questi aspetti sono da tenere molto presenti soprattutto in un percorso psicoterapeurico che, per essere davvero curativo, deve prendersi carico di tutte queste dinamiche. Dietro queste aspettative e vissuti conseguenti infatti, si possono sviluppare dei congelamenti e blocchi evolutivi con ricadute non sempre prevedibili sull’equilibrio dell’adolescente coinvolto.
I sentimenti e le prime relazioni amorose
Gli adolescenti, oltre che in modo idealizzato, possono vedere il legame sentimentale all’interno di una prospettiva esplorativa, come divertimento, sperimentazione sessuale, o anche, in una prospettiva narcisistica di costruzione dell’identità, come modo per raggiungere uno status.
A differenza degli adulti spesso la relazione non comprende la dimensione di impegno reciproco in un legame o nel dare supporto.al partner.
Comunque sia le relazioni sentimentali rappresentano aspetto fondamentale dell’esperienza adolescenziale. L’inizio di relazioni sentimentali presuppone infatti una relativa accettazione dei cambiamenti corporei, del fatto che il proprio corpo possa essere oggetto di attrazione e della possibilità di vivere relazioni intime, per di più connotate sessualmente, al di fuori della famiglia di origine.
Il primo rapporto sessuale, in genere, non è però correlato tanto alla precocità dello sviluppo sessuale, quanto a fattori diversi quali il contesto culturale sociale ed economico. L’adolescente si trova quindi ad affrontare due aspetti tipici della sua fase evolutiva:da una parte l’emulazione e le dinamiche relazionali che caratterizzano i rapporti nel gruppo dei pari, dall’altra, il legame sentimentale che può essere percepito inizialmente come qualcosa di idealizzato oppure come un puro divertimento. Intorno ai 18 anni invece, tende ad acquisire un valore personale maggiore e a essere vissuto in modo più intimo e maturo.
I compiti dell’adolescente
Da un punto di vista psicologico, l’adolescenza può essere descritta come una fase del ciclo di vita ( life span psychology) caratterizzata dalla realizzazione di compiti evolutivi ( developmental task).
Alcuni di questi compiti sono determinati biologicamente, altri invece sono dettati dalla cultura del gruppo umano di appartenenza.Essi sono:
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- Accettare il proprio corpo e il proprio ruolo maschile e femminile.
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- Stabilire relazioni nuove e più mature con i coetanei di entrambi i sessi.
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- Raggiungere l’indipendenza emotiva dai genitori e dagli altri adulti.
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- Raggiungere la sicurezza e l’indipendenza economica.
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- Scoprire le proprie inclinazioni e prepararsi a una professione.
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- Sviluppare nuove abilità intellettive.
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- Desiderare e sviluppare un comportamento socialmente desiderabile.
- Adottare un insieme di valori e un sistema etico che sia una guida per il comportamento e sviluppare un’ideologia personale.
Psicoterapia con gli adolescenti
Quando un adolescente richiede una consultazione psicologica è perché spesso sono presenti problematiche legate all’immagine di se’ e del proprio corpo o a conflitti connessi ai compiti di sviluppo specifici di questa fase della vita.
Malgrado in genere sia la famiglia a fare la richiesta d’aiuto, vi sono casi in cui la domanda proviene direttamente proprio da lui.
La psicoterapia dell’adolescente richiede un atteggiamento sufficientemente attivo e flessibile da parte del terapeuta che dovrà fin da subito creare una buona relazione, condizione essenziale per poter lavorare insieme ed esplorare temi e questioni che incidono sull’equilibrio psicologico.
Nel Centro di Psicologia Mera Gorini di Varese dedichiamo grande attenzione ai primi colloqui, poiché crediamo sia fondamentale far sentire al sicuro il ragazzo/a per concordare poi insieme, le modalità con cui intraprendere un percorso psicologico. Infatti si deve essere consapevoli che spesso è difficile “tenere” in terapia un adolescente per un tempo troppo lungo e che non è detto che una stessa frequenza di sedute sia l’optimum in tutte le fasi della psicoterapia.
Inoltre pensiamo che il terapeuta di un paziente adolescente debba stabilire un dialogo ed eventualmente un’alleanza anche con i genitori facendoli sentire parte integrante della psicoterapia del figlio; tutto ciò naturalmente, nell’ottica di garantire e proteggere il rapporto psicoterapeutico individuale con il giovane paziente, avendo al tempo stesso una visione complessiva dell’intero sistema familiare.
Ecco perché soprattutto dove vi è presenza di aree traumatiche, diventa necessario lavorare anche sulla famiglia. Spesso infatti le modalità di interazione tra i genitori e tra genitori e figli adolescenti sono un potente fattore di mantenimento e rinforzo di schemi disfunzionali, data l’intensità delle emozioni e le scarse capacità di regolazione e controllo in questa fase evolutiva, cosa che rende ancora più difficile il loro superamento.
BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA
MAGGIOLINI,A., PIETROPOLLI CHARMET, G. (2004). Manuale di Psicologia dell’adolescenz. Compiti e conflitti. FrancoAngeli, Milano
BEEBE,B.,LACHMAN,F.M. (2002), Infant Research e trattamento degli adulti. Tr.it. Raffaello Cortina, Milano 2003.
DOLTO F. (1991). Adolescenza, Mondadori, Milano
FILMOGRAFIA
https://www.dailybest.it/cinema/film-adolescenza-classifica-goonies-stand-by-me/